Con la notizia del prossimo arrivo dei nuovi 70 tram HitachiRail realizzati per Torino, si è aperto un ampio dibattito sul futuro dei tram serie 2800.
Molti appassionati e simpatizzanti si sono allarmati sulla sorte dei tram arancioni che da quarant’anni accompagnano la vita dei torinesi, caratterizzando il paesaggio urbano. Già nel primo decennio del nuovo secolo, GTT aveva accantonato una decina di vetture serie 2800-2857. Erano state demolite le vetture 2804, 2811, 2812, 2821, 2822, 2825, 2830, 2831, 2832. Nel 2009 un tram tra quelli dismessi, la 2840, fu donata dalla città di Torino al municipio di Santos, in Brasile, dove è stata restaurata e trasformata nel 2015/16 in un tram ristorante polifunzionale (il Bonde Arte). Nel 2011 GTT e ATTS hanno recuperato e restaurato un’altra motrice dismessa, riportata alle condizioni di origine del 1960: si tratta della vettura numero 2847. Altre vetture demolite nel corso degli anni a seguito di gravi incidenti sono state la 2810 e la 2864.
I tram della prima sotto-serie ancora utilizzati per il servizio di linea sono oggi piuttosto logori e non più adatti a un servizio di trasporto moderno. Sulle loro spalle gravano infatti gli anni di servizio sotto forma di serie 2100/2200 (1935-1960) e poi come serie 2800, usati ininterrottamente dal 1960. Discorso diverso è quello per le vetture della seconda sotto-serie in quanto le motrici da cui sono nate, le 2500, sono rimaste accantonate per quasi un decennio tra gli anni Sessanta e il 1973, quando furono rimesse in servizio a seguito della crisi energetica. Inoltre le componenti meccaniche dello snodo sono state realizzate nel 1982, di ventidue anni più giovani delle consorelle della prima sotto-serie.
La mancanza di ricambi (soprattutto le componenti elettriche e meccaniche più vecchie), l’usura intrinseca e il sovrannumero causato dalla cancellazione di alcune linee tram (come ad esempio la linea 18) che hanno ridotto il fabbisogno di vetture a circa 50 tram, nonché la previsione di un arrivo di nuove motrici dal 2022, ha portato all’accantonamento di un altro lotto di 2800. Parallelamente a questo sono sorte delle iniziative pro-2800, alcune, come ATTS, per la preservazione di un esemplare per tipo da aggiungere alla flotta di tram storici, altre invece per il mantenimento in servizio di tutte (o quasi) le vetture. Tralasciando tutti i problemi di accessibilità delle motrici, il mantenimento in servizio delle 2800, quando saranno arrivati i 70 tram HitachiRail, non ha alcuna logica dato che non c’è nessun bisogno di avere un parco tranviario così esteso. Se ad oggi sono solo 50 le 2800 regolarmente utilizzate, quando arriveranno i 70 nuovi tram, non solo si potranno sostituire tutte ma resteranno ancora delle vetture per incrementare il servizio. Più che chiedere di tenere i tram, occorre sostenere il mantenimento, il potenziamento e l’estensione della rete con nuove linee e nuove tratte: solo in presenza di un fabbisogno maggiore di vetture si potranno “salvare” le motrici più vecchie dall’alienazione.