La motrice 2872 promuove una serie di servizi dedicati ai ristoratori: prenotazioni online, recensioni, menu digitale… La sede dell’azienda è situata a Torino in corso Novara ed è operativa da poco più di un anno. La scelta del tram è certamente una delle strade migliori per farsi conoscere…
Le fotografie sono state riprese su linea 15, lo scorso giovedì 13 giugno.
A discapito di quanto ipotizzato pochi giorni fa, il primo piano dello stabile di via Vanchiglia n°18 è stato dichiarato agibile e da oggi, 5 maggio, i tram della linea 15 nonché gli autobus delle linee 55 e Star1 hanno ripreso il transito sulla strada. Si completa così la deviazione della linea 15 come ipotizzato dallo scorso 22 aprile ma mai portata a termine per via dell’incendio divampato in via Vanchiglia.
Lo scorso 18 aprile, pochi giorni prima del ripristino della linea 15 sull’intero percorso, in un palazzo in ristrutturazione in via Vanchiglia è divampato un incendio che ha gravemente danneggiato l’ultimo piano del palazzo. Numerose squadre di vigili del fuoco sono intervenute e le operazioni di spegnimento sono andate avanti per due giorni. Per motivi di sicurezza la via è rimasta chiusa al traffico fino al completo spegnimento delle fiamme e successivamente è stata riaperta al solo transito autoveicolare. I mezzi pubblici, tra cui le linee 15, 55 e Star1, sono stati deviati e resteranno deviati fintanto che il primo piano dell’edificio non sarà dichiarato agibile. Secondo alcune stime dei vigili del fuoco il primo piano del palazzo sarà nuovamente agibile a partire da inizio giugno. Pertanto la linea 15 proseguirà la deviazione (della deviazione) su corso Regina Margherita, Giardini Reali, piazza Castello, via Micca, via San Tommaso, via Arsenale, corso Vittorio Emanuele II fino ad allora.
Da lunedì 22 aprile la linea 15 torna al capolinea di Sassi e modifica la deviazione per non interferire con la linea 3 che riprende il capolinea in corso Tortona. Da corso Einaudi il tram 15 devia su corso Duca degli Abruzzi, corso Vittorio Emanuele II e corso Cairoli. Da piazza Vittorio Veneto riprende il tradizionale percorso su via Napione e via Vanchiglia (sempre che non ci siano ulteriori sorprese con l’edificio colpito da un incendio al civico 11). Questa deviazione dovrebbe proseguire fino al termine dei lavori su via Po nel marzo 2025.
Il progetto del rifacimento delle alberate di corso Belgio ha radici (è proprio il caso di dirlo) profonde. Già nell’estate 2022 era stato presentato il progetto dall’assessore Tresso (vedasi articolo su Repubblica) ma solo con l’estate 2023 si sarebbe partiti con il piano operativo. Il Comune ha presentato l’8 giugno il progetto: http://www.comune.torino.it/verdepubblico/evidenza/nuovi-alberi-per-il-futuro-verde-di-corso-belgio/ ma subito gli ambientalisti si sono mossi in difesa del “verde”.
Bisogna ammettere che il colpo d’occhio delle alberate in corso Belgio non è negativo, gli alberi, quasi tutti aceri, appaiono in gran parte rigogliosi e non sembrano avere i 74 anni di età media. L’alberata fu piantata nel 1949 durante la ricostruzione: nel periodo bellico buona parte delle piante della città fu danneggiato o per gli eventi bellici o per ricavare legna da ardere e altra materia prima.
Nel marzo 1965 si vede il filare di aceri appena potato e di dimensioni molto ridotte rispetto all’attuale situazione, presentata da una carrellata di immagini del Comune di Torino che evidenzia non solo lo stato delle piante ma anche il parcheggio selvaggio attorno ad esse.
Questo è il problema: le automobili sostano a ridosso delle piante, soffocandone le radici, già sacrificate sotto all’asfalto coperto dai binari del tram. Nell’immagine del 1965 si nota come la corsia tranviaria fosse in sede propria e le radici potevano respirare benché passasse il binario. Ma con la posa dell’asfalto anche questa parte è stata sigillata: è quindi colpa del tram oppure sono i veicoli su gomma ad aver peggiorato l’ambiente, imponendo il catrame ovunque?
Che dire poi dei parcheggi? Gli amanti delle piante si butterebbero contro le motoseghe del Comune, ma guai a spostare la propria automobile da lì!
Le immagini mostrano bene come poco bene si vuole a queste piante, soffocate in spazi ridotti a ridosso della strada. Il progetto del Comune prevede 212 nuovi peri che si sommerebbero a ulteriori 25 biancospini, 24 platani e 8 noccioli. Ciascuna pianta vedrebbe assicurato uno spazio vitale maggiore dell’attuale, con aiuole protette e parcheggi distanziati. Parcheggi che comunque nel complesso (anche grazie all’eliminazione totale delle fermate dismesse) resterebbero sostanzialmente pari come numero, si parla di soli 13 stalli in meno su tutto il corso.
Sicuramente il numero di piante sarà inferiore all’attuale, ma avrebbero più spazio per crescere e nell’arco di 5/7 anni raggiungerebbero valori di ombreggiamento e di mitigazione del fenomeno isola di calore paragonabili a quelle delle piante attuali.
Quindi come mai tanta avversione a questo progetto? Sicuramente da un lato l’effetto sentimentale: vedere il rendering in alto e confrontarlo con la foto del tram storico in corso Belgio (foto del maggio 2023) porta a prediligere l’attuale configurazione. Ma le piante di corso Belgio non stanno bene. I promotori del “salviamo le piante” parlano addirittura di togliere il tram in favore di bus a batteria, se -come dicono- è colpa del tram. Ma abbiamo mostrato come al tempo dei tram corso Belgio aveva meno asfalto… bisogna dire grazie ai veicoli su gomma se le piante sono state soffocate. Forse questi “ambientalisti” temono di perdere il proprio parcheggio o che tutto quello spazio lasciato alle piante potrebbe far stare più veicoli in sosta… non lo sappiamo con certezza. Vediamo invece che basta poco, un incidente tra un furgoncino e un’automobile, per spezzare le “rigogliose” piante di corso Belgio: https://www.lastampa.it/torino/2023/06/15/news/incidente_corso_belgio_ferito_abbattuto_albero_guerra_comune-12859887/
Purtroppo anche le piante hanno un ciclo di vita: l’acero vive anche 150 anni e attualmente siamo quindi giunti a metà della loro esistenza. Ma a quale prezzo si vogliono preservare queste piante? Facendole soffrire.
Nel 2003 corso Spezia vide la costruzione del sottopasso e ben 120 piante erano incompatibili con il cantiere, di queste 89 vennero abbattute tra le numerose proteste. Le nuove piantumazioni lasciarono un paesaggio desolato, spoglio, ma a 20 anni di distanza quelle stesse piante hanno riportato il panorama in una situazione equivalente a quella pre-lavori. Sarà la stessa cosa in corso Belgio… ma nessuno guarda più nel futuro, tutto deve essere subito.
Eppure il vero significato della vita è quello di piantare alberi, sotto la cui ombra non prevedi di sederti. (Nelson Henderson)
Nel mese di aprile 2023 e fino a novembre 2024 via Po sarà interessata da un cantiere per il totale rifacimento dei servizi: fognature, rete elettrica, binari del tram, pavimentazione. I lavori saranno divisi in 4 fasi:
Prima fase: da aprile 2023 a ottobre 2023: opereranno principalmente Smat e Ireti per il rifacimento degli impianti dell’acquedotto e di distribuzione dell’energia elettrica. Gtt sarà impegnata unicamente sull’incrocio tra le vie Po e Rossini per il rifacimento del manto stradale. Via Po sarà sempre aperta al traffico nei due sensi di marcia e i posti auto cancellati solo attorno all’area di cantiere.
Seconda fase: da novembre 2023 a fine aprile 2024 è il momento in cui entra in campo il cantiere Gtt per la sostituzione dei binari. Sarà operativo dapprima nel tratto da via Delle Rosine a via Giulia di Barolo/Plana, ossia al termine dell’esedra di piazza Vittorio Veneto e successivamente si estenderà sino a via Rossini. I lavori, indubbiamente di maggiore impatto, comporteranno la limitazione a un solo senso di marcia su via Po, dalle ore 8 alle 17. Nelle restanti ore il cantiere verrà arretrato sulla carreggiata centrale per consentire il passaggio in entrambi i sensi di marcia, l’ingresso e l’uscita dai passi carrai. In parallelo proseguiranno gli interventi di Ireti e Smat.
Terza fase: da aprile 2024 a fine settembre 2024. Speculare alla precedente, in questa fase il cantiere tranviario viene avviato prima da via Rossini fino a via Bogino, per poi essere esteso sino all’imbocco di piazza Castello. Verrà eliminato il blocco “salvagente” della fermata Carlo Alberto, non più utilizzata. Le modalità di gestione del cantiere saranno le stesse della fase precedente. La novità consiste nel fatto che questa fase è già la prima creazione definitiva della nuova carreggiata, con posa delle pietre che caratterizzano via Po, nel tratto Rossini/Vittorio Veneto che quindi gradualmente sarà libera da ogni impegno di cantiere.
Quarta fase: da ottobre 2024 a novembre 2024, nella quale via Po tornerà ad essere sempre aperta al traffico nei due sensi di marcia, si procederà ai ripristini con la posa della nuova carreggiata anche nel tratto tra via Rossini e piazza Castello.
Dallo scorso aprile (la foto è del 30 aprile 2022) i lavori di sostituzione binari in corso Re Umberto angolo corso Matteotti sono stati conclusi. Rispetto al tracciato originale il nuovo binario si presenta con una curva di raggio più ampio e un piccolo flesso dove lo stesso si allarga prima di svoltare. Questa modifica permette al tram di “spazzare” di meno la curva poiché il raggio interno è maggiore, riducendo così il rischio per eventuali veicoli affiancati troppo vicino, di essere toccati dalla coda del tram in svolta.
Purtroppo la nuova geometria, non essendo identica alla precedente, doveva seguire uno specifico iter di omologazione con il nuovo ente Ansfisa (si veda la notizia dello scorso 3 gennaio) che però era ancora in fase di passaggio di consegne con il precedente ente USTIF e tutto questo ha determinato rallentamenti nella burocrazia. A dire il vero si sono anche rincorse voci assurde su errori di progettazione o di messa in opera che ne avrebbero negato l’ok… nulla di tutto questo, semplicemente ritardi (e rimpalli di responsabilità, come si è potuto leggere sui giornali) a livello burocratico: da un lato ANSFISA che sosteneva l’incompletezza della documentazione fornita da GTT e GTT che rispondeva di aver inviato tutto ma che nessuno si era ancora organizzato in ANSFISA. Forse le voci erano nate a seguito del mancato collaudo avvenuto a fine aprile per la rottura del pantografo del tram impegnato, avvenuto però non nel punto da collaudare, ma centinaia di metri prima, per cause indipendenti dal cambio di geometria.
Comunque da una intervista rilasciata alla Stampa (qui in basso scansione dell’articolo) il 5 ottobre scorso, l’assessore Foglietta rassicurava che i problemi erano stati superati e che entro fine mese sarebbe stato effettuato il collaudo definitivo e la rimessa in esercizio. Staremo a vedere, mancano due settimane alla fine del mese…
Oggi, 28 aprile, la motrice 6015 è stata avvistata in via XX Settembre, primo tram a percorrere i nuovi binari dopo 8 mesi e 5 giorni di chiusura per un cantiere lunghissimo dai mille imprevisti. Il tram ha percorso due volte il binario senza alcun tipo di problema ed ha così collaudato positivamente l’impianto che tornerà attivo dal 30 aprile.
Lo stesso tram si è poi diretto in corso Re Umberto dove avrebbe potuto testare anche la nuova curva che porta verso corso Matteotti, ma poco dopo aver svoltato da corso Vittorio Emanuele II in corso Re Umberto, il pantografo si è rotto e il tram è rimasto lì bloccato. Probabile sia stata una (rara) casualità, non è da escludere che ci siano stati contatti con rami cresciuti in modo eccessivo durante gli 8 mesi di interruzione del transito su quella porzione di rete.
Il cantiere di via XX Settembre è partito quasi un anno fa e sta coinvolgendo il rifacimento di condotte dell’energia elettrica, tubature idriche e, in ultimo, i binari del tram. Questi ultimi rappresentano la fase conclusiva degli interventi, trovandosi sulla parte superficiale della strada. I lavori erano previsti fino a fine gennaio 2022, poi diventati febbraio e ora si parla di aprile 2022. Come mai questi ritardi? Un po’ la causa è il Covid tra quarantene e problemi di approvvigionamento materiali, ma una grossa parte l’hanno giocata le imprecisioni presenti nelle carte dei sottoservizi. Uno dei punti incriminati è all’incrocio con via Arcivescovado. In alto la foto mostra lo stato al 22 gennaio 2022, poco dopo la rimozione dei binari. Continua a leggere »