Lo scorso 24 luglio avevamo parlato dei lavori di riqualificazione di piazza Robilant dove è ancora presente l’anello del capolinea della vecchia linea 3 (ante riforma ’82). Ebbene i binari non solo non sono stati rimossi ma sono stati accuratamente lasciati intatti (dove ancora sono visibili) e addirittura sono stati evidenziati da una striscia di asfalto di colore rosso. Quali appassionati di storia della rete di Torino non possiamo che gioire per questa scelta!
Il progetto del rifacimento delle alberate di corso Belgio ha radici (è proprio il caso di dirlo) profonde. Già nell’estate 2022 era stato presentato il progetto dall’assessore Tresso (vedasi articolo su Repubblica) ma solo con l’estate 2023 si sarebbe partiti con il piano operativo. Il Comune ha presentato l’8 giugno il progetto: http://www.comune.torino.it/verdepubblico/evidenza/nuovi-alberi-per-il-futuro-verde-di-corso-belgio/ ma subito gli ambientalisti si sono mossi in difesa del “verde”.
Bisogna ammettere che il colpo d’occhio delle alberate in corso Belgio non è negativo, gli alberi, quasi tutti aceri, appaiono in gran parte rigogliosi e non sembrano avere i 74 anni di età media. L’alberata fu piantata nel 1949 durante la ricostruzione: nel periodo bellico buona parte delle piante della città fu danneggiato o per gli eventi bellici o per ricavare legna da ardere e altra materia prima.
Nel marzo 1965 si vede il filare di aceri appena potato e di dimensioni molto ridotte rispetto all’attuale situazione, presentata da una carrellata di immagini del Comune di Torino che evidenzia non solo lo stato delle piante ma anche il parcheggio selvaggio attorno ad esse.
Questo è il problema: le automobili sostano a ridosso delle piante, soffocandone le radici, già sacrificate sotto all’asfalto coperto dai binari del tram. Nell’immagine del 1965 si nota come la corsia tranviaria fosse in sede propria e le radici potevano respirare benché passasse il binario. Ma con la posa dell’asfalto anche questa parte è stata sigillata: è quindi colpa del tram oppure sono i veicoli su gomma ad aver peggiorato l’ambiente, imponendo il catrame ovunque?
Che dire poi dei parcheggi? Gli amanti delle piante si butterebbero contro le motoseghe del Comune, ma guai a spostare la propria automobile da lì!
Le immagini mostrano bene come poco bene si vuole a queste piante, soffocate in spazi ridotti a ridosso della strada. Il progetto del Comune prevede 212 nuovi peri che si sommerebbero a ulteriori 25 biancospini, 24 platani e 8 noccioli. Ciascuna pianta vedrebbe assicurato uno spazio vitale maggiore dell’attuale, con aiuole protette e parcheggi distanziati. Parcheggi che comunque nel complesso (anche grazie all’eliminazione totale delle fermate dismesse) resterebbero sostanzialmente pari come numero, si parla di soli 13 stalli in meno su tutto il corso.
Sicuramente il numero di piante sarà inferiore all’attuale, ma avrebbero più spazio per crescere e nell’arco di 5/7 anni raggiungerebbero valori di ombreggiamento e di mitigazione del fenomeno isola di calore paragonabili a quelle delle piante attuali.
Quindi come mai tanta avversione a questo progetto? Sicuramente da un lato l’effetto sentimentale: vedere il rendering in alto e confrontarlo con la foto del tram storico in corso Belgio (foto del maggio 2023) porta a prediligere l’attuale configurazione. Ma le piante di corso Belgio non stanno bene. I promotori del “salviamo le piante” parlano addirittura di togliere il tram in favore di bus a batteria, se -come dicono- è colpa del tram. Ma abbiamo mostrato come al tempo dei tram corso Belgio aveva meno asfalto… bisogna dire grazie ai veicoli su gomma se le piante sono state soffocate. Forse questi “ambientalisti” temono di perdere il proprio parcheggio o che tutto quello spazio lasciato alle piante potrebbe far stare più veicoli in sosta… non lo sappiamo con certezza. Vediamo invece che basta poco, un incidente tra un furgoncino e un’automobile, per spezzare le “rigogliose” piante di corso Belgio: https://www.lastampa.it/torino/2023/06/15/news/incidente_corso_belgio_ferito_abbattuto_albero_guerra_comune-12859887/
Purtroppo anche le piante hanno un ciclo di vita: l’acero vive anche 150 anni e attualmente siamo quindi giunti a metà della loro esistenza. Ma a quale prezzo si vogliono preservare queste piante? Facendole soffrire.
Nel 2003 corso Spezia vide la costruzione del sottopasso e ben 120 piante erano incompatibili con il cantiere, di queste 89 vennero abbattute tra le numerose proteste. Le nuove piantumazioni lasciarono un paesaggio desolato, spoglio, ma a 20 anni di distanza quelle stesse piante hanno riportato il panorama in una situazione equivalente a quella pre-lavori. Sarà la stessa cosa in corso Belgio… ma nessuno guarda più nel futuro, tutto deve essere subito.
Eppure il vero significato della vita è quello di piantare alberi, sotto la cui ombra non prevedi di sederti. (Nelson Henderson)
Il 1° luglio 1980 partivano i lavori di rifacimento di via Po: sistemazione delle lose, cambio dei binari (posati negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale) e lavori ai sottoservizi. Come racconta Stefano Silvestro (foto sotto), al tempo uno dei capicantiere oggi in pensione e intervistato da TorinoToday, servirono 43 giorni di lavoro (3 mesi complessivi) per portare a termine tutto il cantiere.
Oggi, nel 2023, per un lavoro analogo sono previsti 20 mesi! Il Comune, per risparmiare, intende non posare le storiche lose e giustifica la rinuncia alle pietre per via dei costi elevati e dei tempi maggiori (2-3 mesi in più rispetto alla semplice asfaltatura), che farebbero sforare il cantiere nel 2025, impedendo la rendicontazione per l’accesso ai fondi ministeriali che impongono la conclusione entro il 2024.
Come è possibile che il medesimo lavoro abbia quasi decuplicato i tempi (per non parlare dei costi) nell’arco di 40 anni?
Vogliamo sottolineare qui un dato che deve far riflettere tutti: da dopo la guerra ad oggi, in circa 70 anni, i binari del tram sono stati cambiati 1 sola volta, nel 1980 e via Po ha subito un completo rifacimento solo in quell’occasione. Nessuna strada asfaltata sarebbe durata tanto, nessuna corsia percorsa dagli autobus (gasolio, metano o elettrico) durerebbe così a lungo. Inoltre le lose vengono completamente riutilizzate mentre per l’asfalto è necessario materiale nuovo, ottenuto dal petrolio. Dove sono i Fridays, ambientalisti e gretini vari?
I prossimi lavori di via Po potrebbero far perdere la storica pavimentazione in favore di strisce d’asfalto (come in via Micca, foto in alto). Nel 2016 si era effettuato un test con uno speciale asfalto disegnato a forma di losa (https://tramditorino.it/voci/?p=2210) e quella striscia di bitume è oggi in condizioni ancora accettabili, benché abbia perso la perfezione dei primi mesi.
Si è annunciato che con l’ intervento sui binari sarà possibile anche ridurre il rumore prodotto dal passaggio del tram: nella parte centrale verranno eliminati i masselli in pietra, introdotto il materassino antivibrante e una finitura superficiale simile a via Cernaia (ovvero in asfalto).
Ma da quando in qua il tram sente la presenza delle pietre? Il tram viaggia sui binari, il contatto ferro su ferro non è influito né dalle pietre né dall’asfalto. Dire che i tram hanno rovinato le lose è una falsità che denota totale mancanza di onestà intellettuale. Invece che inventare scuse, dicano apertamente che il passaggio degli autobus danneggia la strada e la manutenzione delle lose è troppo onerosa.
C’è una petizione per mantenere via Po nella sua configurazione storica. Firmatela: https://chng.it/S8LHhkJ7nq
Nel mese di aprile 2023 e fino a novembre 2024 via Po sarà interessata da un cantiere per il totale rifacimento dei servizi: fognature, rete elettrica, binari del tram, pavimentazione. I lavori saranno divisi in 4 fasi:
Prima fase: da aprile 2023 a ottobre 2023: opereranno principalmente Smat e Ireti per il rifacimento degli impianti dell’acquedotto e di distribuzione dell’energia elettrica. Gtt sarà impegnata unicamente sull’incrocio tra le vie Po e Rossini per il rifacimento del manto stradale. Via Po sarà sempre aperta al traffico nei due sensi di marcia e i posti auto cancellati solo attorno all’area di cantiere.
Seconda fase: da novembre 2023 a fine aprile 2024 è il momento in cui entra in campo il cantiere Gtt per la sostituzione dei binari. Sarà operativo dapprima nel tratto da via Delle Rosine a via Giulia di Barolo/Plana, ossia al termine dell’esedra di piazza Vittorio Veneto e successivamente si estenderà sino a via Rossini. I lavori, indubbiamente di maggiore impatto, comporteranno la limitazione a un solo senso di marcia su via Po, dalle ore 8 alle 17. Nelle restanti ore il cantiere verrà arretrato sulla carreggiata centrale per consentire il passaggio in entrambi i sensi di marcia, l’ingresso e l’uscita dai passi carrai. In parallelo proseguiranno gli interventi di Ireti e Smat.
Terza fase: da aprile 2024 a fine settembre 2024. Speculare alla precedente, in questa fase il cantiere tranviario viene avviato prima da via Rossini fino a via Bogino, per poi essere esteso sino all’imbocco di piazza Castello. Verrà eliminato il blocco “salvagente” della fermata Carlo Alberto, non più utilizzata. Le modalità di gestione del cantiere saranno le stesse della fase precedente. La novità consiste nel fatto che questa fase è già la prima creazione definitiva della nuova carreggiata, con posa delle pietre che caratterizzano via Po, nel tratto Rossini/Vittorio Veneto che quindi gradualmente sarà libera da ogni impegno di cantiere.
Quarta fase: da ottobre 2024 a novembre 2024, nella quale via Po tornerà ad essere sempre aperta al traffico nei due sensi di marcia, si procederà ai ripristini con la posa della nuova carreggiata anche nel tratto tra via Rossini e piazza Castello.
A neppure una settimana di distanza dall’avvio della navetta della linea 4 tra corso Lepanto e strada del Drosso, per sopperire alla limitazione del 4 in via Filadelfia (foto in basso in corso Galileo Ferraris), la linea 4N viene prolungata fino a Porta Nuova da lunedì 6 febbraio.
Come mai questo cambiamento? Essenzialmente per le proteste dei passeggeri che si trovavano a dover interscambiare con il tram, in direzione centro, in fermate differenti: l’autobus sul viale e il tram nella sede riservata. Prolungando la navetta fino a Porta Nuova ci saranno così le fermate su via Sacchi che saranno di vero interscambio.
Inoltre ha pesato la considerazione che a Porta Nuova l’utenza del 4 quasi completamente cambia: la fermata della stazione è un punto dove buona parte dei passeggeri scende, solo una piccola minoranza di quelli che salgono a sud di via Filadelfia devono proseguire oltre Porta Nuova. E così da lunedì la navetta cambia e si prolunga…
Da mercoledì 1° febbraio parte la prima fase di lavori sulla tratta sud, tra via Filadelfia e corso Tazzoli, della linea 4 in corso Unione Sovietica che riguarderanno la sostituzione dei binari e la sistemazione delle banchine di fermata. Le rotaie, per quanto posate nel 1986, non sono ancora a fine carriera, ma le radici delle piante ne hanno deformato in troppi punti la sede, tanto da aver imposto a Gtt una riduzione di velocità dei tram in corso Unione Sovietica. I lavori permetteranno di posare nuovi binari, più massicci, posizionati meno vicini alle piante: ciò permetterà di ridurre l’effetto delle radici e al contempo regalerà uno spazio maggiore nelle banchine di fermata, alcune delle quali potranno essere finalmente dotate di pensilina e di percorsi più agevoli per i passeggeri.
Per questo motivo la linea 4 verrà limitata allo stadio e una navetta bus coprirà il percorso della tratta sud da corso Lepanto a strada del Drosso.
Una prima fase di lavori presuppone delle fasi successive… il termine di giugno per i lavori vale solo per la prima fase: le successive ci terranno compagnia anche nei mesi estivi, con modalità ovviamente diverse!
Dallo scorso aprile (la foto è del 30 aprile 2022) i lavori di sostituzione binari in corso Re Umberto angolo corso Matteotti sono stati conclusi. Rispetto al tracciato originale il nuovo binario si presenta con una curva di raggio più ampio e un piccolo flesso dove lo stesso si allarga prima di svoltare. Questa modifica permette al tram di “spazzare” di meno la curva poiché il raggio interno è maggiore, riducendo così il rischio per eventuali veicoli affiancati troppo vicino, di essere toccati dalla coda del tram in svolta.
Purtroppo la nuova geometria, non essendo identica alla precedente, doveva seguire uno specifico iter di omologazione con il nuovo ente Ansfisa (si veda la notizia dello scorso 3 gennaio) che però era ancora in fase di passaggio di consegne con il precedente ente USTIF e tutto questo ha determinato rallentamenti nella burocrazia. A dire il vero si sono anche rincorse voci assurde su errori di progettazione o di messa in opera che ne avrebbero negato l’ok… nulla di tutto questo, semplicemente ritardi (e rimpalli di responsabilità, come si è potuto leggere sui giornali) a livello burocratico: da un lato ANSFISA che sosteneva l’incompletezza della documentazione fornita da GTT e GTT che rispondeva di aver inviato tutto ma che nessuno si era ancora organizzato in ANSFISA. Forse le voci erano nate a seguito del mancato collaudo avvenuto a fine aprile per la rottura del pantografo del tram impegnato, avvenuto però non nel punto da collaudare, ma centinaia di metri prima, per cause indipendenti dal cambio di geometria.
Comunque da una intervista rilasciata alla Stampa (qui in basso scansione dell’articolo) il 5 ottobre scorso, l’assessore Foglietta rassicurava che i problemi erano stati superati e che entro fine mese sarebbe stato effettuato il collaudo definitivo e la rimessa in esercizio. Staremo a vedere, mancano due settimane alla fine del mese…
Dal prossimo 11 luglio e fino alla fine del mese, le linee transitanti per Porta Palazzo, sull’asse nord-sud, subiranno deviazioni. Viene infatti rinnovato lo scambio di uscita che si trova sul lato sud della piazza che porta verso via Milano. In questa prima fase i tram della linea 4 saranno deviati verso sud sull’asse dei Giardini Reali come mostrato dal grafico in alto. In agosto seguiranno poi altre deviazioni in base all’avanzamento dei cantieri. Le linee autobus gestite con 12 metri saranno deviate in viale Partigiani mentre le linee gestite da autosnodati passeranno per piazza Statuto.
Nelle giornate festive, poiché il 4 transita al capolinea della linea 7, i tram storici effettueranno capolinea sempre in piazza Castello ma sul binario est, lato Teatro Regio. Da via XX Settembre i tram del 7 deviano per via Micca, piazza Castello (capolinea), Giardini Reali, inversione al Rondò Rivella, Giardini Reali e riprendono il percorso regolare in via Po.
Il cantiere di via XX Settembre è partito quasi un anno fa e sta coinvolgendo il rifacimento di condotte dell’energia elettrica, tubature idriche e, in ultimo, i binari del tram. Questi ultimi rappresentano la fase conclusiva degli interventi, trovandosi sulla parte superficiale della strada. I lavori erano previsti fino a fine gennaio 2022, poi diventati febbraio e ora si parla di aprile 2022. Come mai questi ritardi? Un po’ la causa è il Covid tra quarantene e problemi di approvvigionamento materiali, ma una grossa parte l’hanno giocata le imprecisioni presenti nelle carte dei sottoservizi. Uno dei punti incriminati è all’incrocio con via Arcivescovado. In alto la foto mostra lo stato al 22 gennaio 2022, poco dopo la rimozione dei binari. Continua a leggere »