Sui nuovi tram “Lo Spiffero” ha toppato

Serie 8000

Da più parti ci è giunta segnalazione di un articolo scritto (in alto) in data odierna dalla testata “Lo Spiffero”, giornale online di Torino noto per le fonti molto ben informate sui temi legati al Gruppo Torinese Trasporti. Ma questa volta, sui tram HitachiRail, i loro informatori sono andati un po’ fuori strada. L’articolo (https://lospiffero.com/ls_article.php?id=74968) è un condensato di imprecisioni e qui ne faremo il debunker.

Innanzitutto l’azienda produttrice è HitachiRail. Non è Hitachi, non è giapponese, non è ciò che viene ripetutamente citato. HitachiRail è un’azienda del gruppo Hitachi ma a tutti gli effetti è italiana con vari stabilimenti (Pistoia, Napoli, Reggio Calabria…) sul territorio italiano. Se fosse davvero giapponese, tutti questi problemi lamentati nell’articolo non ci sarebbero!

I nuovi tram si sono bloccati numerose volte, ma di tutti gli eventi l’unico che non è causa del tram è proprio quello presentato già nel sottotitolo dell’articolo! Ieri, 29 novembre, al Rondò Rivella la vettura 8008 durante una fase di prova su strada si è bloccata su uno scambio a causa di un problema a terra. Si tratta dello stesso scambio che lo scorso 5 ottobre era stato teatro del deragliamento della motrice 5033 e che in seguito a questo evento portò alla deviazione della linea 15 sull’asse di via XX Settembre, corso Regina Margherita.

La vettura HitachiRail si è trovata a transitare sul medesimo scambio ed è rimasta lì bloccata. Non è deragliata, non ci sono stati danni di nessun tipo ma il tram si è trovato in una situazione in cui non poteva essere mosso. Sono intervenuti i tecnici sia GTT che HitachiRail per recuperare la motrice senza provocare danni da manovre improvvisate. Per una volta che il tram non si è fermato a causa di tipici “difetti di gioventù”, ecco che viene preso come esempio (“Non è la prima volta, e potrebbe non essere l’ultima” cit.). Invece è la prima volta che succede un simile evento con un tram serie 8000.

Il primo nuovo tram è arrivato a Torino nel febbraio 2022, già sotto l’amministrazione di Stefano Lo Russo, ma il loro finanziamento non è tutta opera dei loro predecessori pentastellati. Nel maggio 2019, con Appendino sindaco, il Comune approvava la convenzione con il Ministero dei Trasporti per l’utilizzo dei fondi deliberati nel gennaio dell’anno prima per 30 nuovi tram. Nel novembre 2021 una delle prime delibere fatte dalla nuova amministrazione Lo Russo fu proprio quella della una nuova convenzione con il Ministero dei Trasporti per vari interventi, tra cui l’acquisto di 40 tram che si sarebbero aggiunti ai 30 già finanziati nel 2019. Quindi se di cattivo acquisto si trattasse, non è tutta colpa dei predecessori…

Ad oggi sono stati consegnati 22 dei 30 tram del primo lotto. Di questi siamo sicuri che almeno 4 vetture (e non le tre dell’articolo!) sono omologate da Ansfisa (8002, 3, 4 e 5). Oggi in corso Toscana si effettuavano le prove ministeriali proprio per la 8008. Il ritmo di immissione è lento per due motivi: da un lato ogni vettura deve passare l’esame Ansifa, i cui uffici non riescono a omologare i tram allo stesso ritmo con cui vengono consegnati e dall’altro i difetti di gioventù rallentano l’effettivo uso in linea.

I nuovi tram sono troppo “ferroviari”, la logica di bordo è più vicina a quella di un treno che non a quella di un tram. Nell’articolo si parla che l’interruttore generale si apre per possibile eccessiva tensione in linea, quando questa è di 600V nominali in un’epoca in cui lo standard tranviario è di 750V. Il problema dell’interruttore generale sembra essere una eccessiva lentezza nel suo riarmo per via della necessità di attendere il riavvio e ripristino di tutte le componenti informatiche di bordo. In un tram che potrebbe essere teoricamente telecomandato a distanza per quanto è capillare la rete informatica di bordo, il fatto che GTT ne minimizzi i problemi a un semplice aggiornamento software non è sbagliato. Ma questo “semplice” aggiornamento non va confuso con qualcosa di banale da realizzare, come qualunque programmatore sa bene.

La fornitura di tram è stata già rallentata in più occasioni perché contrattualmente non sarebbero dovuti essere consegnati più di un certo numero di tram in attesa di omologazione, proprio perché non si volevano riempire i depositi con troppe vetture inutilizzabili. Ora i tram sono 22 di cui 4 atti al servizio, 3 forse abilitati (8006, 7 e 8) e i restanti ancora in rodaggio. Praticamente lo spazio occupato dalle ultime 7000 è stato riempito dalle 8000 di pari taglia. Spazio ce n’è ancora, ma tante vetture serie 2800 che si pensava di dismettere sono ancora forzatamente in servizio. Già da tempo HitachiRail ha noleggiato un capannone dove ricoverare i tram in attesa di trasferimento a Torino, non è un fatto di oggi come invece sembra aver compreso il giornalista. La realtà dei fatti è che la produzione è più veloce delle pratiche di immissione in linea e della risoluzione dei problemi. Può anche essere ragionevole l’ipotesi di un blocco delle consegne fintanto che non vengano sistemati i problemi delle vetture, magari un modo per fare pressione… non sappiamo su quali basi si fondino le affermazioni del giornalista, ma questo nostro ultimo pensiero si basa esclusivamente sull’immaginazione.

L’augurio è quello di poter vedere il prima possibile il superamento di queste difficoltà in modo da lasciare spazio ai nuovi tram.

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