Reaction ai 12 interventi per elettrificare il TPL di Torino

Tpl

Nell’articolo precedente abbiamo riportato l’annuncio del Sindaco Chiara Appendino, la quale riporta un lungo elenco di richieste di finanziamento per ulteriori progetti preliminari riguardanti la mobilità elettrica a Torino. In questo articolo faremo un excursus sui vari punti, esclusi i temi legati alle linee 12, 15 e 18 (punti 3, 6 e 8 della lista del Sindaco), le quali necessitano di un maggiore approfondimento. Riguardo il punto 7 legato alla linea 12, rimandiamo all’articolo dello scorso 5 novembre sul tunnel di via Stradella.

Busvie

I punti 1-5 della lista parlano delle busvie. Ma cosa sono queste busvie? Non immaginatevi assolutamente le BRT! La definizione data dal Sindaco è questa: “si tratta di una linea di forza caratterizzata da alta velocità commerciale ed alta capacità gestita con autobus elettrici di grandi dimensioni (18 metri). Che verranno ricaricati al capolinea e viaggeranno il più possibile su sede propria“. In pratica è una linea gestita con autobus da 18 metri (di più il codice della strada non ammette) elettrici a supercapacitori (simili al bus ripreso in foto), con postazioni di ricarica veloce ai capilinea. Viaggeranno su sede propria ed avranno priorità semaforica per migliorare la velocità commerciale. In pratica, per chi ha qualche anno in più, è la versione su gomma della linea 3 della metropolitana leggera degli anni ’80: un supertram che poi viaggiava in mezzo al resto del traffico per buona parte del percorso…

Quindi per sintetizzare, la busvia è la “metropolitana leggera” del XXI secolo. Sappiamo tutti l’epilogo della linea 3 quale è stato… ed è noto che chi non studia la storia, ne ripete gli errori.

Questi autobus (del valore di quasi 1 milione di Euro l’uno) saranno usati sulle linee 2, 5, 8, 55 e 62. Ma attenzione, si parla della nuova rete, quindi a parte la linea 2 che resta invariata, le linee 5 e 55 sono le due parti in cui verrebbe smembrata la linea 5 in tratta urbana e suburbana (con gli utenti di Orbassano e Beinasco sentitamente felici per la necessità di un trasbordo non richiesto), l’8 è la nuova linea somma delle linee 18 e 57, limitata al tratto via Ventimiglia-piazza Mochino (San Mauro) mentre la nuova linea 62 sarà troncata in piazza Stampalia.

Occorre dire che l’elenco delle linee con le nuove numerazioni, così com’è stato fatto, rende tutto molto criptico al grande pubblico che non ha ancora ben chiaro la linea 8 (eccetto gli abitanti di San Mauro che hanno da tempo già intrapreso petizioni per il mantenimento del capolinea in via Mezzaluna) mentre pensa che la linea 55 sia quella oggi conosciuta.

Il tratto tranviario a rischio di chiusura per l’inserimento di queste linee bus è corso Settembrini. La linea 10 verrebbe limitata in p.le Caio Mario perché la linea 55 non può passare altrove, se non in corso Settembrini, stando ai tecnici del Comune e di Gtt. Quindi il Politecnico in corso Settembrini perderà il collegamento diretto con Porta Susa mentre avrà a disposizione una linea più regolare del 5 attuale che porta in centro ed un’altra diretta in piazza Bengasi. Certo il servizio alla fine è peggiorativo rispetto alla situazione attuale, anche perché i binari non verrebbero rimossi (speriamo davvero!) e gli autobus percorrerebbero una corsia riservata condivisa con svariate altre linee transitanti per corso Settembrini…

Metropolitana

I punti 9-12 della lista toccano argomenti legati alla rete metropolitana. Interessante il punto 9, anche se molto criptico: abbiamo indagato e si tratta della digitalizzazione del sistema di controllo della marcia dei treni. Ad oggi il “tappeto” che corre sulla via di guida è analogico e serve a controllare ogni azione del treno, per il futuro si prevede la sua trasformazione e di conseguenza anche la modifica dei treni che dal nuovo sistema verrebbero comandati.
Il prolungamento a ovest della linea M1 da Cascine Vica fino a Rosta, all’imbocco della A32 è un qualcosa che fonda le sue radici nel 2002, come ci ricorda questo comunicato della giunta regionale: http://www.regione.piemonte.it/cgi-bin/ufstampa/comunicati/dettaglio_agenzia.cgi?id=7762. La richiesta del Comune di Torino è quindi in perfetta linea con una intenzione di lunga data.
L’ampliamento della linea 1 di metropolitana richiede nuovi veicoli da aggiungere all’attuale parco onde poter mantenere le attuali frequenze ma su un percorso più lungo. Al capolinea di piazza Bengasi ci saranno già dei binari aggiuntivi per il ricovero di alcuni treni, ma il prolungamento verso ovest impone l’ampliamento del deposito. Per “nuovo deposito” il punto 11 intende sicuramente l’ampliamento della rimessa del deposito di Collegno, già prevista dai progetti originali. Quindi anche qui nulla di nuovo.
L’ultimo punto, il dodicesimo, riguarda la progettazione della tratta centrale della metropolitana linea 2. Stando a una delibera del Comune di Torino del 17 novembre 2020, sarà InfraTo a redigere il progetto definitivo della tratta Redaudengo-Politecnico della linea M2. L’incarico da 25 milioni e 492 mila Euro prevede l’affidamento in house alla società partecipata, scelta motivata, evidenzia l’atto, “dal permanere delle capacità tecnico-organizzative della società Infratrasporti.To e dalla vantaggiosità della modalità stessa rispetto ad altre tipologie di procedure di gara, in termini di tempi procedimentali, costi, efficacia e capacità di controllo da parte della Città, perseguimento delle finalità istituzionali, livello dei servizi e delle prestazioni, nonché la visione unitaria del progetto“. L’incarico di progettazione definitiva era previsto che fosse finanziato con il contributo ministeriale di 828 milioni, destinato alla progettazione definitiva della tratta Rebaudengo-Politecnico e alla realizzazione della subtratta Rebaudengo-Novara. Ora quei soldi vengono richiesti al MIT in mezzo agli altri progetti di mobilità elettrica.

 

 

 

 

 

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