Chiudiamo il nostro reportage segnalando altre situazioni (dopo quelle viste nelle parti I, II e III) degne di quando le cose vengono fatte di fretta e senza ben riflettere o conoscere la realtà dei fatti.
Alle fermate sono ancora presenti gli orarietti di passaggio del servizio tram, con le frequenze. Qui in basso la foto alla fermata 453-RISORGIMENTO. Guardatele bene perché frequenze così saranno solo un lontano ricordo…
La parte migliore, invece, arriva dalle paline, dove le fermate della linea 13/ sono un po’ aleatorie. Notate che dopo XVIII Dicembre, il 13/ ferma a Statuto e poi a Statuto Cap, peccato che alla fermata Statuto transitino i 13/ sia verso il capolinea, sia verso il centro città: il modo migliore per creare confusione nelle persone. Inoltre quella medesima fermata non viene utilizzata dalla linea 10 che giunge dal medesimo binario usato dal 13/.
Ora andiamo a vedere qualche punto critico del percorso. Da piazza Campanella l’immissione su via Servais, direzione nuovo capolinea, prevede il dare precedenza alla stessa via, con conseguente perdita di molto tempo causa traffico di via Servais. In direzione opposta, invece, è stato necessario eliminare numerosi parcheggi (anche se qualche irriducibile resta, vedi foto) per permettere al bus di svoltare. Dato che in quell’angolo è presente un bar, si può immaginare quanto quegli spazi vuoti possano essere appetibili. Notare sulla destra i parcheggi a lisca di pesce, un modo come un altro per “favorire” la manovra degli autosnodati.
Un’altra svolta molto ostica è quella che dal controviale di corso Tassoni porta in via Cibrario, direzione Gran Madre. Qui è impossibile non svoltare senza invadere la corsia opposta. Nessun problema se è vuota, lo diventa se c’è qualche veicolo fermo al semaforo, attestato alla linea di arresto. Se ciò capita, o si allarga, uscendo dalla preferenziale, oppure impone al 13 che svolta di attendere il verde su via Cibrario, bloccando di fatto l’intero controviale di corso Tassoni. Anche qui sarebbe bastata una nuova linea di arresto, ma evidentemente chi studia sulla carta i percorsi non si sognerebbe mai di andarli a vedere dal vivo, a bordo di un autobus.
Qui ci fermiamo, anche se di cose da segnalare ce ne potrebbero essere molte altre, ma questo non è il nostro lavoro: c’è gente pagata profumatamente che si dovrebbe occupare di controllare tutti questi aspetti in fase di studio di modifiche. Ma come detto sin dall’inizio, quando si parla di “rimodulare” un servizio non vuol dire nien’altro che “tagliare”. E le numerose immagini dimostrano che se forse non avevamo ragione sin dall’inizio, di certo non abbiamo mai avuto torto.