Il progetto del rifacimento delle alberate di corso Belgio ha radici (è proprio il caso di dirlo) profonde. Già nell’estate 2022 era stato presentato il progetto dall’assessore Tresso (vedasi articolo su Repubblica) ma solo con l’estate 2023 si sarebbe partiti con il piano operativo. Il Comune ha presentato l’8 giugno il progetto: http://www.comune.torino.it/verdepubblico/evidenza/nuovi-alberi-per-il-futuro-verde-di-corso-belgio/ ma subito gli ambientalisti si sono mossi in difesa del “verde”.
Bisogna ammettere che il colpo d’occhio delle alberate in corso Belgio non è negativo, gli alberi, quasi tutti aceri, appaiono in gran parte rigogliosi e non sembrano avere i 74 anni di età media. L’alberata fu piantata nel 1949 durante la ricostruzione: nel periodo bellico buona parte delle piante della città fu danneggiato o per gli eventi bellici o per ricavare legna da ardere e altra materia prima.
Nel marzo 1965 si vede il filare di aceri appena potato e di dimensioni molto ridotte rispetto all’attuale situazione, presentata da una carrellata di immagini del Comune di Torino che evidenzia non solo lo stato delle piante ma anche il parcheggio selvaggio attorno ad esse.
Questo è il problema: le automobili sostano a ridosso delle piante, soffocandone le radici, già sacrificate sotto all’asfalto coperto dai binari del tram. Nell’immagine del 1965 si nota come la corsia tranviaria fosse in sede propria e le radici potevano respirare benché passasse il binario. Ma con la posa dell’asfalto anche questa parte è stata sigillata: è quindi colpa del tram oppure sono i veicoli su gomma ad aver peggiorato l’ambiente, imponendo il catrame ovunque?
Che dire poi dei parcheggi? Gli amanti delle piante si butterebbero contro le motoseghe del Comune, ma guai a spostare la propria automobile da lì!
Le immagini mostrano bene come poco bene si vuole a queste piante, soffocate in spazi ridotti a ridosso della strada. Il progetto del Comune prevede 212 nuovi peri che si sommerebbero a ulteriori 25 biancospini, 24 platani e 8 noccioli. Ciascuna pianta vedrebbe assicurato uno spazio vitale maggiore dell’attuale, con aiuole protette e parcheggi distanziati. Parcheggi che comunque nel complesso (anche grazie all’eliminazione totale delle fermate dismesse) resterebbero sostanzialmente pari come numero, si parla di soli 13 stalli in meno su tutto il corso.
Sicuramente il numero di piante sarà inferiore all’attuale, ma avrebbero più spazio per crescere e nell’arco di 5/7 anni raggiungerebbero valori di ombreggiamento e di mitigazione del fenomeno isola di calore paragonabili a quelle delle piante attuali.
Quindi come mai tanta avversione a questo progetto? Sicuramente da un lato l’effetto sentimentale: vedere il rendering in alto e confrontarlo con la foto del tram storico in corso Belgio (foto del maggio 2023) porta a prediligere l’attuale configurazione. Ma le piante di corso Belgio non stanno bene. I promotori del “salviamo le piante” parlano addirittura di togliere il tram in favore di bus a batteria, se -come dicono- è colpa del tram. Ma abbiamo mostrato come al tempo dei tram corso Belgio aveva meno asfalto… bisogna dire grazie ai veicoli su gomma se le piante sono state soffocate. Forse questi “ambientalisti” temono di perdere il proprio parcheggio o che tutto quello spazio lasciato alle piante potrebbe far stare più veicoli in sosta… non lo sappiamo con certezza. Vediamo invece che basta poco, un incidente tra un furgoncino e un’automobile, per spezzare le “rigogliose” piante di corso Belgio: https://www.lastampa.it/torino/2023/06/15/news/incidente_corso_belgio_ferito_abbattuto_albero_guerra_comune-12859887/
Purtroppo anche le piante hanno un ciclo di vita: l’acero vive anche 150 anni e attualmente siamo quindi giunti a metà della loro esistenza. Ma a quale prezzo si vogliono preservare queste piante? Facendole soffrire.
Nel 2003 corso Spezia vide la costruzione del sottopasso e ben 120 piante erano incompatibili con il cantiere, di queste 89 vennero abbattute tra le numerose proteste. Le nuove piantumazioni lasciarono un paesaggio desolato, spoglio, ma a 20 anni di distanza quelle stesse piante hanno riportato il panorama in una situazione equivalente a quella pre-lavori. Sarà la stessa cosa in corso Belgio… ma nessuno guarda più nel futuro, tutto deve essere subito.
Eppure il vero significato della vita è quello di piantare alberi, sotto la cui ombra non prevedi di sederti. (Nelson Henderson)